Glossario T

Termine Definizione
t.&g. (o T. & G.)
Abbreviazione inglese di tongue and groove che indica il tavolame lavorato sui bordi per incastro a linguetta
Ta
Abbreviazione usata in Germania ed in Austria dai forestali e dai commercianti di legname per indicare l’abete bianco (Tanne).
taglia da sega o borra o tronco o toppo
Denominazioni delle Alpi Centro-Orientali per indicare un particolare assortimento legnoso tratto da piante d'alto fusto di specie resinose destinato a fornire con la segagione tavole o altri tipi di segati; le dimensioni normali (se le tavole devono essere di 4 m netti) sono: lunghezza da 4,10 a 4,20 m (e più, se le difficoltà di esbosco fanno prevedere notevoli guasti alle testate), diametro minimo non inferiore a 8 cm (in qualche zona può anche essere richiesto un diametro più elevato).
tagliata
Termine forestale per indicare una particella o comunque una zona boschiva sottoposta ad utilizzazione, e cioè ove vi è stato eseguito un taglio parziale o totale del soprassuolo.
tagliente
La parte terminale della lama di uno scalpello o di una sgorbia, che ha la funzione di tagliare.
tagliente esterno
Si dice di una sgorbia che ha lo smusso prodotto dall'arrotatura nella parte interna o canale.
taglio
La separazione o troncatura delle fibre del legno prodotta da un attrezzo, in genere una sega o uno scalpello.
taglio tangenziale
Un taglio eseguito segando il legno in senso longitudinale.
talea
Frammento di ramo, generalmente di un anno, con una o più gemme, che si introduce nel terreno e destinato ad emettere radici ed uno o più getti aerei. La moltiplicazione per t. (agamica) si usa per le piante che emettono con facilità radici avventizie (vite,pioppo, salice, fico, ecc.). Le t. sono normalmente di 20-30 cm e si lasciano sporgere dal terreno con una sola gemma. Esse si recidono dalla pianta verso la fine del periodo di riposo vegetativo (febbraio) e si piantano immediatamente; dovendole conservare si mantengono stratificate in sabbia fine ed asciutta ed in locale fresco a temperatura costante. Le t., dopo l'emissione di radici avventizie, si dicono barbatelle e l'appezzamento ove si coltivano barbatellaio.Le piante che, come il salice ed il pioppo, si sviluppano rapidamente possono moltiplicarsi a mezzo di t. di notevoli dimensioni, poste direttamente a dimore, che prendono il nome di piantoni. La t. di vite costituita da un tralcio di un anno inserito a T su uno di due, dicesi magliolo.
taleaggio
Termine di recente introduzione per indicare la facoltà di riproduzione per talea: così per i salici nei quali detta riproduzione è facilissima si dirà che possiedono ottimo taleaggio Tanalite o Tanalith. Antisettico da legno, a base di fluoruri ed arseniato di sodio, particolarmente efficace contro gli insetti. Il tipo V contiene composti di cromo che ne diminuiscono la dilavabilità.
tamburato
Sistema di costruzione di larghe superfici, in cui un telaio viene opportunamente rinforzato all'interno e coperto da fogli di legno lavorato, in genere da compensato.
tannini
Sostanze che si trovano in varie parti di diverse piante, e che pur non rispondendo ad una composizione chimica ben definita hanno in comune alcune caratteristiche. Di massima essi constano di miscele di sostanze ternarie che si comportano come fenoli polivalenti; col riscaldamento si decompongono senza avere un netto punto di fusione, in soluzione alcalina posseggono grande avidità per l'ossigeno, coi sali ferrici si colorano tipicamente in azzurro o in verde. I t. hanno importanza per alcune applicazioni pratiche quali la concia delle pelli (per precipitazione degli albuminoidi in esse contenuti), la tintura e la mordenzatura delle fibre, delle pelli e del legno la fabbricazione degli inchiostri.
tannino
Una sostanza astringente presente nella quercia ed in altre essenze, che fa arrugginire i metalli ferrosi.
tappareddi
v. manna.
tara
In senso lato il termine indica una deduzione o un diffalco che si pratica sopra una entità misurata di una data merce o cosa per tener conto di difetti o di altre circostanze che ne impediscono l'utilizzazione integrale. Così nella determinazione della superficie di un fondo agricolo per t. intendesi tutto quanto non può essere destinato alla normale coltura, e cioè l'insieme dei fabbricati (con annessi cortili ed aie), delle strade, dei fossi e canali, ecc. Nella determinazione della portata utile, cioè del carico ammissibile, di un veicolo, t. indica il peso del veicolo stesso.
tarizzo
Termine, probabilmente derivante da tara, usato nel commercio del legname con significati non sempre corrispondenti. Talora (Trentino) t. indica la deduzione od abbuono da praticarsi sulla cubatura di un tronco di legname quando in esso si presenta un difetto (quale cipollatura, spaccatura, carie, ecc.) che ne diminuisce la possibilità di utilizzazione, e di conseguenza determina un deprezzamento. Altrove (Belluno, Udine) il termine t. ha assunto il vero e proprio significato di legname attaccato da funghi, ed in una fase tale da aver superato la semplice alterazione cromatica senza che peraltro se ne siano perdute completamente la resistenza e la compattezza; in tal caso usasi pure dire che t. corrisponde a (legno) marcio duro o marcio che tiene il chiodo.
tarlo
Denominazione generica con la quale si indicano numerosi insetti che scavano gallerie sia negli organi vegetali che nel legno messo in opera. Fra le specie più importanti sono:t. fasciato della quercia (Coroebus fasciatus Vill.). Coleottero Buprestide il cui adulto, lungo 15-16mm, è di color verde bronzato e presenta due ampie fasce trasversali ondulate grigie sulla metà apicale delle elitre. Compare in giugno luglio e la femmina depone le uova, isolate, sui rami più giovani.La larva penetra nel legno nel quale, in direzione centripeta, scava una galleria a sezione ellittica ripiena di rosura compressa e mista ad escrementi. Dopo un decorso assai irregolare, detta galleria si snoda a spirale nell'interno del ramo. Nella primavera del 3O anno avviene l'impupamento in una celletta semilunare e l'insetto adulto raggiunge l'esterno attraverso un foro nella corteccia. Questo t. predilige il leccio e la sughera, ma vive anche sulle altre querce. I rami colpiti disseccano rapidamente ed è facile riconoscere le piante che ospitano il fitofago perchè la loro chioma presenta delle evidenti aree, più o meno ampie, con foglie disseccate. La lotta si conduce asportando entro maggio i rami colpiti e proteggendo gli uccelli insettivori.
tarlo-vespa del pioppo
Insetto della Famiglia dei Sesidi, descritto alla voce Parantrene Tabaniforme particolarmente dannoso alle piantagioni industriali di pioppo.
tarsia
v. intarsio.
tassatorio (rilievo)
v. tassazione forestale.
tassazione forestale
Insieme delle operazioni (rilievi tassatori) con le quali si determina la massa di un soprassuolo forestale e le sue caratteristiche.
tasti
Denominazione usata talvolta nel Trentino per indicare un particolare assortimento di legname tondo, e cioè quei pezzi, generalmente della base del tronco, che vengono tagliati perchè guasti per attacchi di funghi o altri danneggiamenti Coll'allontanamento dei t. dal tronco questo fornirà toppi da sega, antenne, travi, ecc., netti da difetti mentre i t. forniranno soltanto materiale di poco valore espesso, unicamente legna da fuoco.
tavola
Termine del commercio del legname per indicare un segato a sezione rettangolare, con spessore da 18 a 34 mm: se lo spessore va da 35 a 50 mm il termine specifico è ponte, mentre alle t. con spessore da 60 ad 80 mm è riservato il nome di palancola. La t. con spessore inferiore, e cioè dai 10 ai 15 mm è denominata scuretta.
tavolame
Termine del commercio del legname usato per indicare collettivamente e genericamente segati aventi due facce parallele e con spessore notevolmente inferiore alla larghezza delle facce. Il t. dicesi parallelo se la sezione del segato non solo è rettangolare, ma è anche costante su tutta la lunghezza; dicesi rastremato o, erroneamente, conico se la refilatura segue all'incirca la rastremazione del tronco da cui il segato stesso è stato ricavato.
tavole di cubatura
Tavole numeriche che forniscono il volume di un fusto legnoso di data specie in funzione del diametro a 1,30 m (t. di c. ad una entrata) oppure in funzione del diametro a 1,30 e dell'altezza (t. di c. a doppia entrata). Le t di c. sono utilissime e dànno risultati attendibili nella determinazione della cubatura di un numero abbastanza elevato di fusti, ma non possono viceversa servire per un fusto isolato. Si distinguono in locali se sono state determinate per un dato bosco, e generali se la loro validità si estende a tutti i boschi di una regione (sempre beninteso limitatamente ad una specie legnosa) dendometriche se forniscono il volume del fusto con ramaglia o cormometriche se forniscono quello del solo fusto atto a lavoro.
tecnologia
L'accezione generale del termine, equivalente a “studio delle tecniche di lavorazione”, viene spesso esteso nel senso di includere nella t. di una data branca anche lo studio dei materiali da lavorare, specialmente nel caso in cui detti materiali non siano correntemente e sufficientemente studiati da altre discipline di un dato piano di studi. Così ad esempio nella t. del legno una parte della materia si occupa dello studio delle caratteristiche del legno in quanto senza la loro conoscenza non si possono assolutamente studiare le tecniche di lavorazione.
telaio
Struttura portante piana, i genere rettangolare, realizzata unendo in modo opportuno quattro o più listelli. Se il telaio è rettangolare, gli elementi verticali si chiamano montanti e quelli orizzontali traverse.
teleferica forestale
La t. f. è un impianto destinato al trasporto dei prodotti legnosi per mezzo di un carrello scorrente su di una fune metallica. Se ne distinguono tre tipi principali: monofune, bifune e trifune. Prototipo delle prime è la monofune fissa o palorcio o teleforo o filo a sbalzo, costituito da una fune sulla quale vengono fatti scendere i carichi per sola gravità e senza controllo alcuno o frenatura: serve essenzialmente al trasporto in discesa di materiale di piccola dimensione quale legna da ardere, da carta, da tannino. Pure usata è la monofune mobile composta da un anello continuo di fune, alla quale sono collegati i carichi, posto in movimento per mezzo di un motore o anche per semplice gravità. Nel tipo bifune una delle funi di maggior diametro, forma la via su cui passano i carichi (fune portante) mentre l'altra, che si avvolge su un argano, regola la velocità di discesa nei sistemi a gravità, o di risalita nei sistemi azionati da motore (fune traente). Nel tipo trifune si ha una fune di maggior diametro quale fune portante per i carichi, una di diametro medio per il ritorno dei carrelli (portante scarica), ed una di piccolo diametro, ad anello continuo, quale fune traente. Le teleferiche forestali sono di estrema utilità per le utilizzazioni forestali nelle zone di montagna: con esse si possono trasportare anche tronchi di oltre 1 m3, con prestazioni giornaliere toccanti anche 100 m3.
teleforacee
Famiglia di Basidiomiceti Imenomicetali comprendente funghi per lo più lignicoli, saprofiti ed incrostanti. Corpo fruttifero membranaceo, cuoioso, suberoso, legnoso o ragnateloso, sessile o peduncolato, imbutiforme, ad orecchio, ecc. L'imenio occupa la parte superiore verrucosa del corpo fruttifero nelle forme sessili appressate al substrato, e quella inferiore nelle forme peduncolate. Fra le specie più dannose sono da menzionare: Corticium vagum B. et C. che può aggredire le radici, il colletto e la porzione basale dei fusticini dei semenzali causandone la morte; Stereum frustulosum (Pers.) causante l'occhio di pernice del legno di quercia; Stereum hirsutum (W.) carie bianca del legno di quercia; Stereum purpureum (Pers.) mal del piombo dei fruttiferi.
teleforo
v. palorcio.
temprato
Trattato ad alta temperatura in modo da cambiare le proprietà fisiche. Il tagliente di un attrezzo è sempre temprato, ma può perdere le sue caratteristiche se riscaldato troppo, ad esempio sulla mola.
tenone
Parte terminale di un pezzo tagliata con due spalle in modo da ridurre lo spessore a un terzo circa; viene inserito in un apposito foro rettangolare, la mortasa, per realizzare un'unione stabile e robusta.
tenore di umidità
Contenuto di umidità di una sostanza espresso in parti d'acqua per 100 parti in peso della sostanza: occorre sempre dare l'indicazione se il peso della sostanza è al secco o allo stato umido. Per es. un tenore normale di umidità del legno è quello per il quale l'acqua è in ragione del 12 % del peso assolutamente secco del legno. Per l'aria ambiente lo stato igrometrico si indica meglio con l'umidità relativa.
tensione (legno di)
v. legno di tensione.
terèdine
Genere di Molluschi viventi nell'acqua marina e noti fin dall'antichità per i danni che provocano ai legnami immersi. Essi hanno l'apparenza di grossi vermi con lunghezza da 10 a 20 cm a seconda delle specie e del clima diametro trasversale sotto i 20 mm. La parte cefalica è protetta da due valve calcaree a conchiglia, scabre per piccoli rilievi paralleli finemente dentati: secondo alcuni è il movimento rotatorio a va e vieni di tali valve che consente all'animale appena schiuso dall'uovo di penetrare nel legno, altri viceversa imputano la penetrazione all'azione chimica di speciali secrezioni dell'animale. Comunque il legno abraso fornisce il cibo durante il lungo periodo di sviluppo: le gallerie possono penetrare a notevole profondità nel legno e sono rivestite di una specie di crosta calcarea. La difesa del legno immerso in acqua marina (chiglie di navi, moli, pontili, ecc.) non è facile e viene per lo più affidata a protezioni meccaniche avendo gli antisettici dato risultati poco soddisfacenti, almeno sino ad ora.Le specie di t. più frequenti nei nostri mari sono la Teredo navalis L. e la T. utricularis Gmel.
tèrmiti o isòtteri
Ordine comprendente insetti terrestri di piccole o medie dimensioni, polimorfici e viventi in grandi società. Hanno antenne moniliformi o multiarticolate; occhi e ocelli ridotti o mancanti apparato boccale masticatore; ai presenti in numero di quattro solo nelle forme adulte sessuate normali, simili fra di loro, allungate e membranose, sovrapposte orizzontalmente sul dorso; zampe ambulatorie con tarsi quasi sempre di quattro articoli; addome allungato, provvisto di cerci corti o cortissimi. Forme pseudoametabole o eterometabole. Regime dietetico onnivoro. Le colonie sono composte di una casta riproduttiva (reali) e da una casta sterile (operai e soldati), tutte e due rappresentate da individui d'ambo i sessi. Costruiscono nidi a struttura variabilissima, le specie più primitive vivono nel legno morto, altre nei pali, travature, mobili, ecc., altre ancora nel terreno. Vari generi, e particolarmente quelli della Famiglia Metatermitidi, viventi in Africa ed in Australia, fabbricano, con terra cementata mediante saliva e secrezione intestinale, dei nidi complicatissimi e talora giganteschi.In Italia vivono solo due specie: Calotermes flavicollis Fab. Si spinge a nord fino alla Toscana,e, lungo il litorale, fino in Liguria. Non ha una casta speciale di operai ed i lavori sono disimpegnati dagli altri individui della colonia. Gli alati compaiono da luglio ad ottobre e sciamano per fondare nuove società. Non è molto dannoso vivendo nel legno necrosato di alberi, particolarmente dell'olivo. Reticulitermes lucifugus Rossi. Ha la stessa distribuzione geografica della specie precedente ma vive in colonie assai più numerose nel legno di alberi morti, nelle travi, nei mobili, ecc. Nei nidi di questa t. non è mai stata trovata, in Italia, una coppia reale vera, al suo posto vi sono centinaia di regine di complemento. E spesso assai dannosa invadendo le case e passando da un piano all'altro invisibilmente attraverso gallerie coperte. Si può combattere iniettando nell'interno delle sue escavazioni del solfuro di carbonio, oppure prevenendo gli attacchi con il trattamento di tutte le parti in legname con adatti antisettici, quali lo Xylamon.
termòstato
Recipiente a forma di cassa o di armadio, isolato termicamente rispetto all'ambiente esterno, nel quale con appositi dispositivi di regolazione è possibile mantenere costante la temperatura. I t. sono impiegati nei laboratori di ricerca per mantenere in vita le colture di microrganismi, funghi, insetti, ecc.
terza (tavolame di) o terza scelta
Tavolame con tare e difetti esclusi però i pezzi completamente marci o rotti.
terzera
v. corrente.
tesa cuba
Antica misura di volume sterico usata un tempo in alcune province per la legna od il fieno, con valore variabile da luogo a luogo
tessera
Denominazione usata talora nel linguaggio forestale in luogo di piedilista. Nelle industrie del legno con t. si intende altresì un piccolo pezzo di legno a superficie piana, pronto per la posa in opera (per es. tessere da pavimenti, da intarsi, ecc.).
tessitura del legno
Aspetto dei tessuti legnosi nei riguardi della dimensione degli elementi cellulari: t. fine è p. es. quella del legno di bosso, t. grossolana quella del legno di quercia. È ovvio che un legno ha la tessitura tanto più grossolana quanto più grande è il lume dei vasi e delle fibre.
tessuto
Insieme di più cellule disimpegnanti la stessa funzione biologica collegate tra loro e derivanti daila divisione di cellule formatesi in precedenza. I t. nei quali le cellule conservano indefinitamente la proprietà di dividersi sono detti meristematici od embrionali; se ciò più non si verifica i t. sono adulti o definitivi o somatici. I principali t. vegetali sono i t. parenchimatici o parenchimi; i t. meccanici o di sostegno; t. conduttori, i t. tegumentali; i t. secretori, destinati a elaborare particolari sostanze.
testa
Le superfici strette di un pezzo orientate nel verso della larghezza.
testa a testa (travi a)
Travi squadrate (per lo più con l'ascia) in guisa che la sezione non è un rettangolo (o quadrato) esattamente inscritto nel cerchio di sezione, ma comporta invece degli smussi nei vertici: la qualifica t. a t. indica che le travi devono presentare la grossezza stabilita in ambedue le estremità.
testa, di un martello
La parte battente metallica del martello incastrata al manico in genere mediante un foro detto occhio.
testone
Denominazione attribuita in qualche località, specie della Val Padana, alle capitozze di salice o platano scalvate periodicamente a brevi turni per legna da ardere.
texture (du bois)
Termine francese che letteralmente dovrebbe tradursi con tessitura. In realtà esso indica però un elemento diverso da quanto indicato da noi come tessitura, e precisamente significa la proporzione della zona tardiva (più compatta) nell'anello annuale.
tille o tilli
Vescicole che si formano nel lume dei vasi e che ne determinano l'occlusione parziale o totale. Essi si originano per accrescimento della parete delle cellule parenchimatiche attigue al vaso, e conseguente espansione delle stesse nel lume in corrispondenza delle aree non inspessite della parete del vaso. Le t. possono talora formarsi anche a seguito di traumi o di altre cause (per es. attacchi di funghi).
tillosi
Presenza di tille nell'interno delle trachee (o vasi) di un determinato tessuto legnoso. Conseguenza della t. è il rallentamento o addirittura la cessazione totale del passaggio delle soluzioni. È uno dei fenomeni che accompagnano la formazione del durame.
timber
Termine inglese per indicare un albero in piedi, di dimensioni commerciali, oppure un albero abbattuto od un tronco adatto a segagione. Se applicato a legname lavorato indica pezzi nei quali nessuna dimensione è sotto i 10 cm.
tirasucchio o ale
Pollone che tra quelli di una ceppaia ha sviluppo inferiore agli altri e che all'atto dell'utilizzazione conviene sia rilasciato sia perchè non dà un prodotto apprezzabile, sia perché il suo mantenimento è di incentivo ad una buona produzione di nuovi polloni.
tolleranza
Limite consentito nelle misurazioni di determinate grandezze (angoli, lunghezze, superfici,ecc.) oppure nei requisiti di qualità delle merci. Nel caso del legname le tolleranze comprendono sia le variazioni dimensionali in relazione ai patti contrattuali, sia la presenza di eventuali difetti ed anche, infine, una deficenza di stagionatura.
tombante
Denominazione che indica il legname segato (tavole e morali) come cade dalla sega, cioè nel suo assieme, escluso per lo più il marcio e lo spaccato. I particolari variano però da zona a zona di produzione: talora, ma non sempre, tombante è considerato sinonimo di monte.
tomicini
Gruppo sistematico di Scolitidi comprendente insettiche scavano gallerie in piante soprattutto forestali. Si dividono in: corticicoli, se vivono nella corteccia tracciando i cunicoli nella zona del cambio e producendo danni di natura fisiologica; lignicoli, se vivono nell'interno del legno arrecando danni di indole tecnologica. Le specie più dannose e comuni sono:Ips sexdentatus Borner, Ips typographus L., Crvphalus piceae Ratz, Ips curvidens Germ, Tomicus chalcographus L., Ips typographus, Tomicus lineatus Olivier, Xyleborus dispar F. Xyleborus monographus Fabr.
ton
Unità di peso usata nei paesi di lingua inglese, che corrisponde a 2240 lb, ossia a 1,016050 tonnellate metriche. Talvolta si usa per questa unità di misura il termine long ton per distinguerla dalla short ton che corrisponde a 2000 lb, e cioè a 0,907 180 tonnellate metriche (1 short ton = 20/22,4 long ton)
tondame
Insieme di tronchi tondi, abbattuti, ma non ancora sottoposti a lavorazione alcuna: t. da sega quello atto a fornire con la segagione travatura o tavolame.
tondello
Pezzo di legno derivante da rami, da cimali o da tronchi di modesto diametro, e che può essere usato tal quale, senza spacco, sia per combustibile che per cellulosa o carta.
tondòne
Pezzo di tronco d'albero allestito in bosco e pronto per l'esbosco ed il trasporto: con diametro a metà da 16 cm in avanti, e lunghezza da 5 a 12 m per i t. da costruzione con diametro a metà da 20 cm in avanti, e lunghezza da 4 a 12 m per i t. da sega.
tongue and groove (abbr. t. & g.)
Dicitura inglese indicante tavolame lavorato per incastro a linguetta.
toppo mobile
Base che può scorrere sulle guide del tornio dalla parte opposta rispetto alla testa motrice, sulla quale si monta la contropunta.
toppo o rocchio
Termini del commercio del legname per indicare un pezzo di tronco d'albero allestito in bosco nella lunghezza voluta e pronto per l'esbosco ed il trasporto alla sua destinazione definitiva (p. es. toppo da sega).
tornio o tornitrice (macchina)
Macchina destinata a ottenere da un pezzo greggio un solido di rivoluzione, tale cioè da poter idealmente essere generato dal moto di una sagoma attorno ad un asse.In questa macchina il moto di rotazione è impartito al pezzo da lavorare mentre l'utensile è fermo e si sposta soltanto della quantità richiesta per passare dal contorno esterno del pezzo grezzo alla sagoma prestabilita.Il t. da legno nel suo tipo più semplice consta di un bancale, per lo più di ghisa,con gambe per dare l'altezza conveniente di lavoro e un piano costituito da due traverse parallele determinanti una scanalatura passante, sulla quale sono registrati il mandrino e la contropunta di cui si dice appresso; una testa motrice, formata a sua volta da un supporto a forcella sostenente l'albero che per mezzo di una puleggia a gradini ed un comando a cinghia con motore esterno può essere messo in rotazione con diverse velocità: all'estremo dell'albero vi è il cosiddetto mandrino che serve a fissare il pezzo con opportuna presa, e a trasmettergli il moto; una contropunta, costituita da un supporto scorrevole nella scanalatura del bancale e da un asse che in esatto proseguimento dell'asse del mandrino serve alla spinta del pezzo contro detto mandrino e determina l'asse di rotazione; un supporto portautensile a ventaglio in posizione intermedia tra il mandrino e la contropunta, che può essere variata a piacere.
tòrtrice
Denominazione con la quale vengono comunemente indicate numerose farfalle appartenenti alla famiglia Tortricidi. Fra le più dannose alle piante agrarie e forestali sono: t. dei getti di pino (Evetria buoliana Schiff.). Quando le invasioni sono gravi le peccete assumono l'aspetto di boschi percorsi da un incendio; in genere però l'insetto è dannoso soprattutto indirettamente in quanto, facendo deperire le piante, crea un ambiente favorevole agli attacchi degli Scolitidi.
tortrìcidi
Famiglia di Lepidotteri Eteroneuri comprendente farfalle di piccole dimensioni con ali anteriori trapezoidali e a colori variegati. La denominazione è dovuta al fatto che, spesso, le larve, aiutandosi con fili sericei da esse secreti, arrotolano le foglie in cilindri nei quali si nascondono.
toupie
Francesismo per fresa o sagomatrice.
tovo
v. canalone di esbosco.
trabocco (angolo di)
Inclinazione che si conferisce ad una lama di sega alternativa rispetto alla direzione del moto affinchè ogni dente possa avere una traiettoria distinta da quella degli altri, cioè possa effettivamente asportare una certa striscia di legno.
traccia a misura
Traccia eseguita con il graffietto o con altro attrezzo in grado di riportare sul legno il valore esatto di una misura.
traccia a squadro
Una linea tracciata a partire da un segno, poggiando lo zoccolo di una squadra su una costa di riferimento.
tracciatura
L'esecuzione delle linee e dei segni necessari alle operazioni di taglio.
trachee e tracheidi
v. vasi.
tragacante (gomma)
v. gomma adragante.
tramarratura o taglio di succisione
Termine forestale per indicare il taglio che si esegue nei cedui deteriorati dal pascolo o dall'incendio, o con ceppaie molto vecchie, per stimolare la facoltà agamica: si esegue effettuando la ceduazione tra due terre, cioè ad un livello più basso del normale, sotto il colletto. Dà ottimi risultati con le specie quercine e col castagno.
trancia da legno
Macchina per eseguire la tranciatura del legno, della quale si hanno due tipi: t. orizzontali e t. verticali. Le prime, che sono le più diffuse, constano essenzialmente di un basamento (detto piatto) sul quale viene fissato il blocco di legno che per mezzo di appositi comandi micrometrici può essere spostato verso l'alto. Su due guide connesse al basamento scorre, comandato da un sistema biella manovella, un robusto coltello il quale agisce quindi in un piano orizzontale tagliando ad ogni corsa attiva un foglio dal blocco: durante la corsa di ritorno il blocco viene spostato in alto di uno spessore corrispondente a quello del tranciato richiesto. Nelle t. verticali invece il coltello è orientato in un piano verticale, e contro di esso viene spinto, sempre con un sistema biella-manovella, il blocco di legno che è fissato ad un telaio che si muove esso pure in un piano verticale: il movimento micrometrico di avanzamento è affidato al sostegno del coltello. Altro tipo di t. verticale è quella circolare nella quale più coltelli sono montati radialmente rispetto ad un grande volano verticale: il blocco di legno viene premuto contro il volano, cosicchè con la rotazione di questo ogni lama taglia un foglio. Le t. circolari servono essenzialmente per legni comuni e forniscono materiale da imballaggi mentre gli altri tipi son riservati per legni fini da impiallacciature.
tranciato
Termine del commercio e della tecnologia del legno usato per indicare il sottile foglio di legno che si ottiene con la tranciatura; per lo più i t. sono di legni fini, radiche e legni figurati e servono per rivestimenti, decorazioni, impiallacciature ed intarsi. Lo spessore dei t. può essere anche di soli 2/10 di mm.
tranciatura all'italiana
Tranciatura con la quale si cerca di ridurre al minimo la perdita di lavorazione, ma senza preoccuparsi della direzione in cui vengono ottenuti i fogli. Il tronco viene dapprima segato per metà e, dopo l'eliminazlone di un modesto sciavero, tranciato parallelamente alla sezione diametrale.
tranciatura alla francese
Tranciatura nella quale si cerca di avere una buona parte dei fogli non lontani dalla direzione radiale. Il tronco viene dapprima segato in quattro parti: ognuno di questi viene smussato negli angoli, dopo di che si procede alla tranciatura secondo un piano parallelo alla direzione del raggio midollare che in ogni quarto originario costituisce la mediana. Questa tranciatura è particolarmente adatta per legnami in cui la figura spicchi particolarmente sulle sezioni radiali.
tranciatura del legno
Operazione con la quale si ricavano sottili fogli da un tronco d'albero, o anche da un blocco di legno irregolare, per mezzo di una lama animata da un movimento relativo rispetto al tronco o al blocco (nella maggior parte dei casi tale movimento è rettilineo e parallelo all'asse del tronco). La t. è raramente applicata ai legni comuni, ma è invece frequentemente applicata ai legni fini, alle radiche, ai legni figurati,da cui si ricavano i tranciati od impiallacciature che servono per rivestimenti, decorazioni, piccoli oggetti fini, intarsi ecc.
trapano
Macchina per praticare fori nel legno ove non sono sufficenti succhiello, trivella a mano e menarola. Consta di una incastellatura portante, un albero portapunta, che per mezzo di un motore viene dotato di un rapido movimento di rotazione; apposita slitta collegata ai supporti dell'albero consente lo spostamento assiale dell'utensile. La situazione dell'albero può essere verticale o orizzontale; una tavola serve di appoggio al pezzo da lavorare.
trattamento boschivo (o forma di)

Applicazione dei metodi colturali ad un bosco di dato governo (v.). Per ognuna delle tre forme di governo (g. a ceduo, a ceduo composto, a fustaia) si possono avere diversi trattamenti. Per i cedui il trattamento può essere a ceppaia, a capitozza, a sgamollo, inoltre i cedui a ceppaia possono essere a raso o con riserva di matricine o ancora a sterzo. Per le fustaie il trattamento può essere:

  • a raso (taglio raso) quando pervenuto il bosco (coetaneo) a maturità se ne fa il taglio totale ín una volta sola. I t. a raso sia progressivi che a quinte si prestano bene per le specie eliofile (p. es. il larice, i pini e talora le querce) e con la coetaneità del soprassuolo favoriscono la formazione di fusti regolari e slanciati.
  • a tagli successivi. Il taglio e l'utilizzazione del soprassuolo non sono contemporanei su tutta la zona, ma avvengono in tempi successivi, e cioè in un primo taglio (t.di preparazione) si elimina parte del soprassuolo onde dare luce al terreno predisponendolo a ricevere il seme, con un secondo (t di sementazione o rinnovazione) seguìto da altri t. secondari, si alleggerisce il soprassuolo restante onde il seme giunto a terra possa germinaree la rinnovazione affermarsi; infine, con l'ultimo taglio (di sgombero) si portano via gli ultimi fusti lasciando la rinnovazione della tagliata completamente libera di crescere senza aduggiamento o altre difficoltà.
    Il trattamento a tagli successivi può essere distinto a seconda delle modalità di applicazione in :
    a) tagli successivi uniformi: se applicati su tutta la superficie del bosco.
    b) tagli suceessivi a gruppi. I vari tagli di cui si è dianzi parlato (t. di preparazione, di sementazione, secondari, di sgombero) non vengono estesi a tutta la superficie, ma vengono invece iniziati in aree (buche) ove la rinnovazione è già in atto, estendendoli via via sopra zone sempre maggiori sino a che i vari interventi vengono a coprire tutta la superficie.
    c) a tagli successivi a strisce. I vari interventi del trattamento a t. successivi vengono praticati di volta in volta sopra strisce marginali, con l'avvertenza di procedere sempre contro vento.
    taglio saltuario o a scelta. In questo trattamento, caratteristico dei boschi disetanei con soprassuolo in cui le varie età sono frammischiate sulla stessa zona, l'utilizzazione avviene per piedi isolati, destinando al taglio le piante che hanno raggiunto la maturità. L'eliminazione di un fusto maturo dà luce alla zona circostante ove quindi le piante di media o giovane età potranno crescere offrendosi una mutua protezione. Il trattamento a taglio saltuario presenta vari vantaggi tra i quali la completa e perpetua copertura del suolo, il miglioramento dello stesso, condizioni propizie per l'affermarsi della rinnovazione naturale senza costosi lavori di piantagione artificiale, riduzione notevole dei danni da vento e da neve, grande adattabilità alla mescolanza di varie specie. Si hanno però anche degli svantaggi, e precisamente la produzione di legname meno pregiato (perché più corto e più nodoso) di quello dato dai boschi coetanei, i forti danni che il taglio e l'esbosco delle piante mature possono occasionare alle piante giovani e al novellame, la difficile regolazione del pascolo che per la presenza della rinnovazione ovunque non sarebbe teoricamente mai praticabile, la difficoltà della gestione che richiede una particolare conoscenza dell'ambiente, la continua e attenta cura che il forestale deve apportare a tutti gli interventi richiesti dal trattamento che molto espressivamente è detto dai forestali francesi di giardinaggio (jardinage). Nel nostro Paese i boschi ove il trattamento a taglio saltuario ha dato e continua a dare ottimi risultati, se razionalmente applicato, sono le fustaie di abete rosso, abete bianco e faggio delle Alpi Orientali ed in particolare della Carnia e del Cadore ove esso viene praticato già da vari secoli.
tratteggio
Una serie di linee diagonali, usate in genere per individuare e contrassegnare le parti da segare via.
tratteggio incrociato
Tratteggio costituito da due serie di linee diagonali, disposte ad angolo retto fra di loro.
trattore agricolo o trattrice
Macchina automotrice destinata a trainare e ad azionare attrezzi speciali per le lavorazioni agricole. Studiato soprattutto per la trazione dell'aratro, il t a. può essere impiegato anche per rimorchiare carri o altri veicoli oppure per il traino di macchine agricole, quali erpici, seminatrici, falciatrici, mietitrici,rastrelli, ecc., ed infine, se munito di una puleggia motrice ad asse orizzontale, per azionare macchine operatrici fìsse, come trebbiatrici, pompe, pressaforaggi, trivelle, ecc. Quando l'aratro, anzichè essere collegato al t. mediante ganci o catene, fa corpo con esso si parla più precisamente di motoaratrice. La potenza media normale dei t. destinati ad arature ordinarie in terreni di media consistenza si aggira intorno ai 25-35 cavalli al motorema oggigiorno vi è la tendenza, specialmente nelle zone di bonifica ove il t. deve realmente essere la macchina tutto fare, a salire al di sopra di tali valori.
travame o travatura
Denominazione complessiva di quegli assortimenti legnosi a sezione rettangolare (travi) destinati a fornire elementi portanti per strutture da tetto, per solai, per mensole, per pezzi sottoposti a flessione o per costruzioni in genere. Il t. (e di conseguenza le travi) si distinguono in t. a spigolo vivo se in ogni punto della lunghezza la sezione è un rettangolo, t. a smusso se invece di inscrivere esattamente un rettangolo nella sezione circolare la spianatura con le quali si ottengono le facce è incompleta onde la sezione è ottagonale, composta cioè di 4 segmenti rettilinei e quattro archi (smussi) corrispondenti al cerchio originario. Nelle t. a smusso, specie se lunghe, la lavorazione di spianatura non si estende mai a tutta la lunghezza ma ad una porzione più o meno grande: a seconda delle modalità si hanno le travi dette Uso Trieste, Uso Fiume, ecc.
travatura
In una costruzione intendesi per t. il complesso delle travi che entrano in una sua parte (p. es. nel tetto o nei solai).
travatura reticolare
Struttura portante costituita da un sistema triangolato piano di aste rigide collegate in nodi (teoricamente con cerniere). Ne sono tipici esempi la maggior parte delle capriate o incavallature da tetto, sia in ferro che in legno.
traversa
Un pezzo orizzontale in un telaio o in una struttura.
traversina (traversa) ferroviariaria.
Sostegno delle rotaie fatto con una corta trave di legno grossolanamente squadrata. La sezione normale è attualmente di 26 x 15 cm con lunghezza di 2,60 mper la prima categoria, 23 x 13,5 cm con lunghezza di 2,51 m per la seconda.
travetto
Termine del commercio del legname per indicare un segato a 4 facce parallele: i lati della sezione rettangolare possono variare da 6 a 16 cm; la lunghezza da 2,5 a 6 m.
treccia
Striscia di piccola larghezza intessuta con paglia di frumento o trucioli di salice e pioppo e destinata alla fabbricazione di cappelli, borse, cinture e altri oggetti di arredamento o fantasia. La lavorazione in paglia di frumento era tipica dei dintorni di Firenze ma è ora pressocchè del tutto abbandonata; quella in trucioli di salice o pioppo continua nelle province di Firenze (Signa) e Modena (Carpi). Questa tipica lavorazione artigianale deve attualmente lottare contro la produzione giapponese.
treggia
Veicolo usato nelle località di montagna ove le strade malagevoli non consentono l'impiego di mezzi più razionali. E' costituito essenzialmente come una slitta, e cioè consta di due pattini di legno, opportunamente incurvati all'estremità anteriore, sui quali è fissato un cassone o un telaio di foggia varia su cui viene caricato il materiale da trasportare. Un timone, spesso rudimentale, serve per il traino umano o animale.
tristrato
Vedi "strato".
trivella
Utensile analogo al succhiello ma di maggiori dimensioni, destinato a praticare buchi nel legno. Analogo attrezzo, ma con diametro giungente sino a 70-80 cm e lunghezza sino a 1 m, viene usato per aprire buchi nel terreno: è azionato da motore apposito o da presa di forza di un trattore. In questi ultimi anni si è largamente diffuso per le piantagioni forestali e soprattutto per le coltivazioni industriali a pioppo.
tronco
Nelle piante legnose indica il fusto o una sua parte. Negli animali superiori indica l'insieme del collo, torace, addome e bacino.
tronco da sega
v. taglia.
truciolato
Sono realizzati con scarti di legno sminuzzati finemente, pressati e incollati in modo da formare pannelli di varie dimensioni e spessori. Nella maggior parte dei casi vengono rivestiti con formica o materiali plastici e si trovano nei piani di lavoro delle cucine moderne o nelle ante e montanti degli armadi da camera o delle librerie componibili dei salotti. Il truciolato non tollera l'umidità e quando si bagna la sua struttura si gonfia facendo sbollare anche il rivestimento sovrastante.
Il truciolato può venire anche impiallacciato in modo da offrire un aspetto simile a quello del legno massello mentre i bordi possono essere rivestiti con bordini termoadesivi. Una particolare lavorazione del truciolare, la laminatura, consente al truciolare stesso di assumere una particolare rigidità e resistenza grazie all'applicazione, sulle due facce, di fogli di resina melamminica di vario colore (bianco, sabbia, beige, ad imitazione del legno, ecc.).
L'unica difficoltà che presenta il truciolare è la scarsa attitudine a trattenere le viti in quanto si sbriciola facilmente nelle zone immediatamente a contatto con la filettatura della vite. Per questo motivo bisogna usare particolari viti, dette appunto “per truciolare”, simili a quelle autofilettanti per il ferro.
Il truciolare nobilitato, sinonimo di truciolare laminato, cioè dotato di laminatura con resina melamminica che lo rende particolarmente rigido ed adatto a costituire la base per mobiletti. Quando il truciolare è nobilitato su entrambe le facce si dice anche è binobilitato.
truciolo
Striscia di legno, avente lunghezza e larghezza varia, ma comunque di minimo spessore, che si ottiene dall'azione del ferro durante la lavorazione di un pezzo di legno con la pialla o con la fresa.
tubi cribrosi
v. cribri.
tung oil
v. olio di legno della Cina.
turapori
Sostanza usata per occludere i pori del legno, in modo che il successivo trattamento superficiale non venga troppo assorbito.
turno
Termine forestale per indicare il periodo di tempo che intercorre tra due utilizzazioni definitive (cioè di maturità) del soprassuolo di una data particella boschiva. Nel caso di fustaie coetanee con rinnovazione da seme nell'anno del taglio, turno ed età delle piante all'utilizzazione coincideranno; se viceversa la rinnovazione artificiale avviene con piantine di vivaio turno ed età delle piante a maturità differiranno soltanto per gli anni passati dalle piantine in vivaio. Se la rinnovazione è naturale, ma proviene da un trattamento a tagli successivi, il turno si commisurerà all'anno centrale del periodo di sementazione. Per i boschi disetanei la nozione di turno boschivo è invece meno evidente, giacchè non si tratta in essi di tagliare tutto il soprassuolo ad una data età ma bensì di utilizzare alberi saltuariamente distribuiti sull'intera superficie mano a mano che essi raggiungono le dimensioni di maturità: per essi è quindi più opportuno parlare di età media di maturità, e più che non alla scelta del turno conviene procedere alla scelta del diametro di recidibilità e della provvigione normale. Nel caso di cedui semplici il turno sarà esattamente eguale all'età dei polloni tagliati, mentre nei cedui composti vi sarà da distinguere il turno dei polloni (in anni) da quello delle matricine (multiplo din). La scelta del turno conveniente per un dato bosco deve essere fatta con uno studio attento dell'incremento del bosco, dei prodotti che se ne possono trarre e delle condizioni di mercato.Si distinguono i seguenti turni:turno di massima produzione legnosa o t. fisiocratico: è l'età alla quale l'incremento medio è massimo (ed è uguale all'incremento corrente); esso è tanto maggiore quanto più la stazione è sterile e la specie legnosa di lento accrescimento; turno finanziario: è l'età per la quale si verifica il massimo del reddito fondiario, e cioè del valore forestale del fondo nudo di un bosco già costituito da tempo, a redditi perpetui e costanti; turno economico: è l'età per la quale si verifica il massimo del valore capitale di un bosco assestato. Esso è sempre maggiore del t. finanziaro; turni speciali (detti anche tecnici, o diversamente) sono infine quelli coi quali si possono ottenere dal soprassuolo determinati assortimenti legnosi imposti dalle necessità del proprietario o da particolari richieste del mercato.
tutore o sostegno agricolo
In agricoltura albero (t. vivo o marito) o palo o comunque sostegno (t. morto) profondamente infisso nel suolo per sostenere piante rampicanti oppure per aiutare piante di giovane età (particolarmente fruttiferi o piante da viale) a crescere diritte ed a resistere alle sollecitazioni date dal vento, neve, ecc. Quali t. vivi si usano spesso l'acero e l'olmo, mentre per i t. morti servono i pali di castagno, robinia e quercia (oltre che di cemento).