Glossario P

Termine Definizione
p.s.h.
Abbreviazione usata nel commercio dei legnami in luogo della dicitura inglese: Petersburg standard hundred = 165 piedi cubi x 100 = 467,2 m3 di segato.
Pa
Abbreviazione usata in Germania ed Austria dai forestali e dai commercianti di legname per indicare il pioppo (Pappel).
paglia di legno
Dicitura, del tutto impropria, che è talora usata per la lana di legno.
palancola
Denominazione usata per indicare una tavola con spessore da 50 a 60 mm.
paleria
Sotto questa denominazione collettiva si comprendono gli assortimenti legnosi, costituiti da fusti grezzi, od appena scortecciati,che servono di sostegno per una infinità di impieghi. Così la grossa paleria comprende i pali per fondazioni (quercia, larice), per linee telegrafiche e telefoniche (larice,castagno, talora altre resinose trattate con antisettici) la media paleria le abetelle per impalcature da costruzione, la piccola paleria i sostegni per colture agricole e particolarmente per viti e per fruttiferi (castagno, robinia, ontano, pino,meglio se trattati con antisettici).
paletuvieri
v. mangrovie.
palina
Termine forestale, particolarmente usato in Toscana per indicare un ceduo castanile. Talora usato col significato di persicaia.
palorcio o filo sbalzo o teleforo
Via aerea costituita da un filo o fune flessibile tesa fra due punti a diverso livello, che serve per il trasporto a gravità di carichi di modesto peso quali balle di fieno, fasci di legna da ardere, tronchetti, fascine, ecc. affidati ed una sospensione scorrente sulla fune. Per la sospensione si adottano ganci in legno od in ferro di svariate forme, oppure piccole carrucole, che diminuiscono l'attrito e di conseguenza l'usura della fune. Detti ganci, dopo l'arrivo del carico a valle, devono essere riportati poi nella stazione di partenza a monte. La discesa dei carichi è incontrollata e non può subire alcuna azione di frenatura (a meno che la configurazione di equilibrio del filo non sia studiata in modo da avere un tratto in contropendenza presso l'arrivo), pertanto non si possono trasportare materiali fragili o di cui comunque si debba garantire l'integrità assoluta. Per attutire l'urto notevole dei carichi contro l' ancoraggio del teleforo nella stazione inferiore di arrivo,si dispongono degli ammortizzatori la cui più semplice espressione è data da vecchi copertoni d'auto.
pancia del sughero
Parte del sughero che sulla pianta era ad immediato contatto del tronco: nella plancia appena staccata la p. si trova quindi dalla parte concava.
pancone
Denominazione usata per indicare una trave a spigolo vivo lunga da 3,5 a 5 m, con sezione da 8 x 15 a 8 x 20 cm.
paneforte
Pannello costituito da uno strato centrale, o anima, di listelli di abete o pioppo ricoperto sulle due facce da uno sfoliato di pioppo od altro legno tenero adatto; lo spessore complessivo può andare da 10 a 30 mm. Serve per piani da mobile, porte, pareti provvisorie, soffittature: volendo servirsene a scopo decorativo su una delle facce si appone ancora una sottile impiallacciatura di legno pregiato.
pania
Succo appiccicaticcio ricavato dai frutti, dalle foglie e dal fusto del vischio che sbattuto con acqua od olio permane pastoso, elastico ed assai adesivo, tanto da venire adoperato spalmandolo sui rami per la cattura degli uccelli. Un prodotto analogo si ottiene dalla corteccia dell'agrifoglio.
paniforte
Sono costituiti da due fogli di piallaccio di pioppo o betulla separati da piccole assi di legno duro atte a formare la struttura del paniforte stesso.
Il paniforte listellare è un pannello composito in legno; per le sue caratteristiche di robustezza è particolarmente consigliato per la costruzione di mobili, porte, scaffali ed altre strutture.
Il paniforte è costituito da un'anima centrale formata da listelli accostati e incollati tra loro mentre le due facce maggiori sono ricoperte da pannelli in multistrato.
I listelli interni possono essere di varia sezione: da piccoli listellini rettangolari affiancati lungo la faccia più grande ad assicelle di sezione relativamente grande (25×75 mm).
Il paniforte presenta una elevata resistenza alla flessione in quanto i vari elementi uniti ai pannelli esterni irrigidiscono fortemente la struttura del pannello.
Facile da lavorare, da tagliare ed assemblare, è un praticissimo componente specialmente per la costruzione di librerie ma è anche adatto per la realizzazione di ampi e robusti piani.
pannelli agglomerati
I p. a. si dividono in due categorie a seconda del materiale e del sistema impiegato per l'agglomerazione.
pannelli agglomerati di lana di legno
Sono ottenuti impastando la lana di legno di pioppo od abete, con malta di calce, magnesite o altri cementi, distendendo poi la massa tra i piani di apposite presse che, con l'intervento del calore o senza, fanno avvenire la presa. Il peso. specifico apparente del prodotto si aggiradai 300 ai 500 kg/m3 le dimensloni correnti dei p. a. di 1. di 1. di fabbrlcazione italiana (Eraclit, Populit, ecc.) sono di 0,50 x 2 m, con spessore variabile da 1,5 a 7 cm oltre al tipo consueto a facce piane si hanno anche dei tipi ondulati. Servono per isolamento termico ed acustico, pareti provvisorie, soffittature e simili.
pannelli agglomerati di particelle legno
Sono ottenuti sottoponendo una massa di minute scaglie legnose spruzzate di resine sintetiche, ad elevatissima compressione tra i piani di presse fortemente riscaldati. Il peso specifico apparente di tale materiale varia a seconda della compressione e del legno adoperato (abete, pioppo, pino, faggio, ecc.) tra 550 e 700 kg/m3: le dimensioni correnti dei p. a. di. p. 1. fabbricati in Italia (Novopan, Cellsa Fibrosil, Colli) sono piuttosto elevate giungendo sino a 1,6 x 3,05 m: gli spessori possono andare dai 6 ai 40 mm; oltre al tipo a facce piane intere si hanno anche p. a bordi scanalati o con sagome decorative. Servono per piani di mobile, rivestimenti, pareti provvisorie, soffittature e simili. Vengono altresì chiamati, se pure impropriamente, pannelli truciolari.
pannello
Un pezzo rettangolare e sottile che viene montato nell'apertura di un telaio.
pannello cellulare
v. pannello tamburato.
pannello di fibre
Le fasi di lavorazione sono le seguenti: riduzione del legno (un tempo di resinose, ora con elevata percentuale o integralmente di latifoglie tenere) in una massa di fibre o fascetti di fibre mediante particolari procedimenti brevettati (Masonite, Defibrator, ecc.); distensione della poltiglia di fibre ed acqua su di un nastro di rete metallica in movimento continuo sul quale il feltro ottenuto perde una parte dell'acqua e viene tagliato con appositi dispositivi in pannelli. I p. porosi trovano largo impiego per isolamento termico ed acustico, soffittature, sottofondi isolanti mentre i p. medi e duri servono per piani di mobile, pareti provvisorie, soffittature, rivestimenti, pavimentazioni, imballaggi, cabine telefoniche, ecc. I p. di fibre e quelli di particelle agglomerate presentano il grande vantaggio di poter essere fabbricati con pezzi anche brevi di tronchi legnosi, con cascami di lavorazione (esclusi però segatura e trucioli di falegnameria) e persino con materiali lignificati di piante non arboree (canapuli, residui della canna da zucchero,ecc.); inoltre in confronto al legno mostrano una assai maggiore dimensione ed una minima sensibilità alle variazioni di umidità dell'aria ambiente, il che ne riduceassai rigonfiamento o ritiro.
pannello specchiato
Un pannello con un riquadro interno e sporgente, che viene montato in scanalature praticate nel telaio.
pannello tamburato
Pannello costituito da due strati esterni di compensato, o di pannelli di fibre, mantenuti a distanza di qualche cm da uno strato interno (anima) formato da una intelaiatura di listelli o di strisce di legno o addirittura da cartone ondulato sovrapposto più volte o da materiale alveolare (acetato di cellulosa espanso, ecc.); in questi ultimi due casi si usa altresì la denominazione pannello sandwich. In luogo di pannello tamburato viene talora pure usata la voce pannello cellulare.
pannello truciolare
Voce che, invero non molto propriamente, viene considerata sinonimo di p. di particelle.
panno
La parte interna del legno lavorato, specialmente del paniforte.
parantrene o sesia culiciforme
Ordine: Lepidotteri, Famiglia: Sesidi Farfalla con apertura alare di 22-28 mm. ali trasparenti con frange scure, parte anteriore del torace con macchie laterali giallo arancione; addome con larga fascia arancione rossiccia sul 4O urite. Gli adulti compaiono a maggio giugno e le femmine depongono le uova sui tronchi e sui rami di svariate piante legnose. Le larve penetrano nel legno scavando gallerie nell'alburno ivi svernando e trasformandosi in crisalide nella primavera successiva. Tra le piante ospiti sono alcune Pomacee, la betulla, l'ontano, il tiglio, ecc. Per la lotta si procede come per gli altri insetti a larva xilofaga (p. es. perdilegno).
parantrene o sesia tabaniforme o tarlo v
Ordine: Lepidotteri; Famiglia: Sesidi. Farfalla con apertura alare di 26-32 mm; ali anteriori brune, coperte quasi per intero di squame; ali posteriori trasparenti; addome nero bruno con tre cerchi giallastri nella femmina e quattro nel maschio. Il comportamento biologico del p. è simile a quello della sesia apiforme, da cui differisce essenzialmente per avere una generazione all'anno, per avere costumi crepuscolari e per la preferenza che le femmine dimostrano nel deporre le uova sui rami di piante adulte e alla base del fusto di quelle di vivaio. L. a lotta si fa come per il perdilegno. È particolarmente dannoso alle piantagioni di pioppi ed ai vivai.
parchetto (parquet)
Dal francese parquet. Pavimento di liste di legno fine commesse con arte. Per estensione il termine al plurale indica le frise o liste da pavimento ossia assicelle lavorate di faggio e quercla piallate su di una faccia e con bordi laterali a maschio e femmina.
parchetto a mosaico
Pavimento costituito da tavolette di 11/12 mm, con tessere della stessa specie legnosa, o di specie diverse, disposte a fornire disegni ornamentali.
parchetto lamellare
Pavimento costituito da lamelle disposte a reticolo in pannelli di 440 x 440 oppure 480 x 480 mm, di spessore 8/9 mm.
parchetto rigato
Pavimento costituito da tavolette dello spessore di 11/12 mm, da applicarsi con collante vinilico a un sottofondo di cemento lisciato, piastrelle o altro idoneo. Le tavolette sono rigate per aumentare l'aderenza e per impedire la sconnessione.
parenchima
Tessuto legnoso al quale è principalmente affidata la provvista e la distribuzione dei carboidrati (perciò detto tessuto di riserva). Si trova in direzione radiale nei raggi midollari per lo più sotto forma di cellule prismatiche a parete sottile con perforazioni semplici la cui forma è spesso utile per l'identificazione della specie. In direzione assiale è per lo più in cellule prismatiche o allungate che possono assumere quattro disposlzioni fondamentali: p. diffuso se in serie o strati singoli ed irregolari p. terminale se in strette bande al termine degli anelli di incremento p. metatracheale se in bande tangenziali indipendenti dai vasi e all'incirca concentriche, p. paratracheale se associato ai vasi in varia forma (confluente, vasicentrico ed aliforme).
particella
Porzione di terreno situata in un medesimo Comune tutta appartenente allo stesso possessore, ed avente la medesima qualità di coltura e classe di produttlvità. Essa è l'unità territoriale minima rilevata del catasto italiano che è appunto geometrico particellare. In senso più ristretto per p. boschiva intendesi una superficie esattamente delimitata di bosco omogeneo nei riguardi del suolo, del clima e del soprassuolo.
pasciona
Produzione particolarmente abbondante di seme da parte di una data specie forestale. Gli anni di p. sono variamente distanziati a seconda della specie di cui si tratta.
passafuori
Voce piemontese del commercio dei legnami per indicare dei segati resinosi per lo più piallati, con sezione di 8 x 10 a 12 x 16 cme lunghezza da 1,5 a 2,5 m.
passante
Si dice di un foro, di una mortasa o di un canale quando giungono da una faccia a quella opposta.
passo, di una vite
Il rapporto fra il numero di filetti e la lunghezza lungo cui questi filetti sono distribuiti; per esempio 5 filetti al cm.
passone o filagna
Fusto sottile di castagno usato, dopo scortecciatura, per recinti Le dimensioni variano da luogo a luogo, ma la lunghezza sta fra i 2 e i 3 m, e il diametro in punta non scende sotto i 4 cm.
pasta chimica (di legno)
Sinonimo, poco usato in Italia, di cellulosa.
pasta semichimica (di legno)
Prodotto ottenuto con un trattamento intermedio tra quello di semplice sfibratura meccanica che dà la pastalegno e quello chimico, che fornisce la cellulosa col quale si procede alla compieta disincrostazione del legno con azione chimica, senza impiego di azione meccanica di sorta. In sostanza per avere la p. semichimica la sfibratura viene fatta precedere da un trattamento, breve e con soluzioni di alcali poco concentrate, volto ad agevolare l'azione meccanica della mola.
pastalegno bruna
Pastalegno ottenuta facendo precedere la sfibratura da un preventivo trattamento, ad elevata pressione, con vapore o acqua calda, il che elimina una parte delle sostanze incrostanti e delle resine.
pastalegno o pasta legno
Prodotto ottenuto dal legno con un semplice trattamento meccanico di sfibratura. Si tratta di un materiale economico perchè vengono evitati trattamenti chimici lunghi e costosi, ma d'altra parte rimangono nella massa tutte le materie incrostanti suscettibili di ossidazione ed alterazione nel tempo.
pece
Prodotto della distillazione dei catrami, dei carboni fossili (lignite compresa), del petrolio, del grasso di lana, della stearina, e di altre sostanze organiche. La più comune p. di catrame o di carbon fossile è formata da vari idrocarburi solidi, da sostanze bituminose e da carbone finemente diviso: si presenta di colore bruno e consistenza pastosa, variabile a seconda del grado a cui si è spinta la distillazione. Ha svariati impieghi, tra cui sono particolarmente importanti quelli per calafatare le imbarcazioni ed altri usi navali.
pece di colofonia
Residuo della preparazione degli oli di resina con la distillazione secca della colofonia. È di colore giallo-bruno, fragile.
pece greca
Sinonimo di colofonia.
pedale (dell'albero) o pèdulo
Parte basale dell'albero ove si cominciano a notare nel fusto i rilievi irregolari causati dall'inserzione delle radici. Per estensione usasi altresì il termine di p. per il toppo inferiore ricavato da un fusto.
pedano o bedano
Scalpello con ferro di modesta larghezza e notevole spessore, particolarmente adatto per cave profonde e ove si richiedono notevoli sforzi di leva.
pennato
Termine usato con varie accezioni a seconda delle località: talora è sinonimo di roncola, mentre altrove indica una r. con cresta tagliente sul dorso,o ancora addirittura un'accetta di forma particolare.
pennola
Fusto sottile lungo sino a 16 m, con diametro a metà da 12 a 20 cm, usato per impalcature.
pentosani
Polisaccaridi (C5 H10O5)n che sono dati dalla condensazione di più molecole di pentosi: essi costituiscono una parte dei carboidrati non cellulosici presenti nel legno. I più importanti in natura sono: l'arabano e lo xilano, rispettivamente polimeri dell'arabinosio e dello xilosio. Nella maggior parte dei casi i p. hanno unitamente alle emicellulose e alla lignina, funzione meccanica di sostegno e per tal motivo sono abbondanti negli steli, nelle foglie e nel legno. Talora hanno origine patologica, come nella gommosi dei fruttiferi, e sembra che si debbano loro attribuire anche funzioni di riserva.
perdilegno bianco o zeuzera o tarlo degl
Ordine Lepidotteri Famiglia Cossidi. Farfalla ad ali bianche, con macchie blu scure, di 57 cm di apertura; addome con fasce trasversali dello stesso colore. La femmina, munita di un lungo ovopositore estroflettibile, depone le uova isolate sui tronchi e sui rami, preferendo le piante giovani ed isolate. Il ciclo biologico e le abitudini sono simili a quelli del p. rosso. Danneggia specialmente peri e meli più raramente oliviaceri, tigli, frassini, betulle, ecc. Si combatte come il p. rosso, e nel caso che siano colpiti i rami conviene reciderli e distruggerli.
perdilegno rosso o rodilegno
Ordine Lepidotteri; Famiglia Cossidi. Grossa farfalla con apertura alare di 70-90 mm, di color grigio cinereo con alcune sfumature biancastre. La femmina notevolmente più grande del maschio, depone le uova a giugno-luglio in gruppi di 15-50 nelle screpolature della corteccia mediantelo sviluppato ovopositore estroflettibile. I bruchi, che maturi possono raggiungere 10 cm di lunghezza e sono di color rosso vinoso dorsalmente, penetrano sotto la scorza scavando una galleria nella zona del cambio. Nella successiva primavera la larva penetra nell'alburno tracciando gallerie a sezione ellittica in senso longitudinale ed obliquo. Nel terzo anno la larva ritorna verso la corteccia nella quale, prima di trasformarsi in crisalide, pratica un foro che richiude con rosura impastata preparando così l'uscita all'insetto adulto. Il p. attacca quasi tutte le piante da frutto e molte specie forestali e di danni d'ordine biologico e tecnologico, sono spesso gravissimi: in modo particolare nei frutteti e nelle piantagioni di pioppi. La presenza dell'insetto è resa evidente dal rosume e dagli escrementi che fuoriescono dal foro di entrata formando grumi umidiccie di color bruno scuro. Per prevenire l'attacco del p. si consiglia di spalmare il tronco con sostanze repellenti onde impedire la deposizione delle uova contro le larve nelle gallerie agire con filo di ferro piegato ad uncino, oppure iniettando nei fori sostanze tossiche come solfuro di carbonio, paradiclorobenzolo, creosoto, ecc. e chiudendo l'orificio con mastice, od infine coi fuscelli antitarlo.
periodo vegetativo
Lasso di tempo durante il quale un vegetale esplica tutte le sue manifestazioni vitali ed alla fine del quale si ha un periodo più o meno lungo di riposo o di vita latente. Esso è strettamente legato all'andamento climatico della stazione e l'inizio della ripresa vegetativa coincide nei climi temperati, con la primavera quando acqua e temperatura permettono in massimo grado l'utilizzazione degli altri alimenti. Nel clima mediterraneo, al grande sviluppo della vegetazione in primavera segue una ripresa vegetativa più modesta nella stagione autunnale dopo la stasi dovuta alla siccità estiva. Nelle regioni tropicali umide nelle quali le condizioni di umidità e di temperatura sono piuttosto costanti, molte specie non interrompono praticamente il periodo vegetativo. Per effetto della stasi nella vegetazione i fusti delle piante legnose presentano i ben noti anelli di accrescimento che mancano o sono difficilmente visibili ln quelli che vegetano nelle zone caldo-umide.
perlina
Tavoletta di modesto spessore (12/15 mm) piallata su di una faccia sulla quale è ricavato un cordone. Serve per rivestimenti p.es. nelle carrozze ferroviarie, ed è spesso in larice. Sovente ha sui bordi longitudinali un incastro a maschio e femmina per consentire una miglior riuscita del rivestimento in parete continua, detto perlinatura.
perno
L'asse metallico intorno a cui ruota una cerniera.
perticaia
Stadio della vita i un bosco d'alto fusto che decorre dall'inizio del dissecamento dei rami inferiori sino alla culminazione dell'incremento in altezza. Per indicare tale stadio viene anche, ma di rado, usato il termine di palina, che è invece più propriamente riservato ad indicare il ceduo di castagno.
peschereccio
v. teleferica forestale.
peso specifico
Rapporto tra il peso di un certo volume di una data sostanza e il peso di un egual volume di acqua. Nel caso di materiali sciolti o in piccole particelle (come i semi) o contenenti cavità (come il legno) per p. s. si intende il rapporto tra il peso di ciò che è contenuto in un recipiente di un dato volume (vuoto per pieno) e il peso di un egual contenuto di acqua: in tal caso sarebbe più proprio parlare di peso specifio apparente perchè il volume che si considera comprende tanto lo spazio che è realmente occupato dal materiale quanto quello occupato dai vuoti tra le particelle discontinue o, per il legno, nell'interno delle cavità cellulari.
peso specifico del legno
Il p. s. della sostanza costituente le pareti cellulari del legno è pressoché costante per tutte le specie e vale allo stato secco circa 1,5. Per scopi pratici è però usato il p. s. apparente, e cioè il rapporto peso: volume; tale p. sp. a. è sempre inferiore al predetto valore di 1,5 e varia entro larghi limiti indipendenza della diversa porosità dei vari legni e dell'umidità percentuale (la quale condiziona sia il volume che il peso). Onde poter avere delle indicazioni omogenee e raffrontabili si è convenuto nella maggior parte dei Paesi Europei di assumere come condizione fissa di misura un contenuto di umidità del legno pari al 12% del peso secco del campione (umid. normale): tale umidità essendo ottenibile con una apposita condizionatura. Il legno più leggero è il balsa che ha un p. s. di appena 0,10; il più pesante è il Krugiodendron ferreum Urb. dell'America Centrale, che può arrivare a 1,35. Per evitare la condizionatura ad umidità normale, o l'indicazione dell'umidità a cui le determinazioni sono fatte, si usa (specialmente negli Stati Uniti) fornire non il peso specifico apparente come prima definito, ma il rapporto peso secco: volume fresco, chiamato densità basale. Tale rapporto indica il peso della sostanza legnosa secca che vi è nell'unità di volume fresco: esso è di grande utilità, specialmente per le industrie chimiche utilizzanti il legno, come l'industria della cellulosa. Di recente è stata fatta proposta di sostituire la dicitura di peso specifico (apparente) del legno con peso volumico.
peso volumico del legno
v. peso specifico del legno.
petecchia
Parte esterna, screpolata e morta, della corteccia di pino d'Aleppo utilizzata, grazie al suo elevato contenuto di tannini, per conferire alle reti da pesca particolare durata e colore bruno.
pèttine (tavole a)
v. svente.
pezzame
Termine del commercio del legname per indicare tavolame con lunghezza inferiore a 3,90 m (spesso addirittura al disotto dei 2 m), alla rinfusa, e cioè senza specifica nè di spessore, nè di larghezza (purchè superiore a 6 cm), nè di qualità.
pholiota
Genere di Basidiomiceti Agaricacei comprendente funghi caratterizzati da ricettacolo munito di solo anello e da lamelle con polvere conidiale bruna a maturità. La specie più nota è la Pholiota mutabilis Schaeff., detta famigliola piccola o agarico cangiante, avente ricettacolo bruno-giallastro e lamelle brune: cresce in gruppi sui tronchi ed è edule. Varie altre specie di P. tra le quali la P. destruens (Bond.) sono frequenti sui tronchi di pioppo dei depositi:i corpi fruttiferi di color giallo miele o bruno giungono talvolta al diametro di 30 cm.
pialla
Attrezzo a mano per la seconda lavorazione del legno, costituito da un prisma di legno duro, lungo da 20 a 40 cm entro il quale è allogata di sbieco una lama tagliente che viene regolata in modo da sporgere di uno spessore minimo, cioè pari al truciolo che si deve asportare. Vi sono poi dei tipidi p. a motore, così quella rotante o p. a disco, costituita da coltelli montati sopra un disco ad asse normale al pezzo di legno da spianare, p. a filo costituita da coltelli montati in guisa da far coincidere il taglio con le generatrici di un cilindro rotante velocemente sul suo asse parallelo alla superficie p. a spessore, costituita dall'accoppiamento di due p. a filo: una fissa ed una regolabile parallelamente alla prima in modo che le due azioni di piallatura lascino i due piani levigati alla voluta distanza.Le pialle a motore, normalmente dette piallatrici, richiedono motori di potenza variabile tra 2,5 e 6 HP a seconda soprattutto della larghezza utile di lavoro.
piallaccio
Foglio di legno assai sottile che viene incollato sulle superfici di un altro pezzo detto base.
piallaccio principale
Il piallaccio che copre la faccia principale e che quindi è destinato a rimanere in mostra.
pialletto
Pialla di piccola dimensione utilizzata per lavori di rifinitura.
piano
Nella realizzazione delle unioni tradizionali, viene detta piano la parte più larga dei pezzi da unire; si distingue perché è la prima che viene lavorata e serve da riferimento a tutte le altre parti.
piano dei tagli boschivi
Programma o previsione dei tagli da eseguire in un dato bosco o complesso boschivo. Si tratta di piano circostanziato se facente parte di un piano economico, di piano sommario se, trattandosi di boschi di scarso reddito, non si sono compiuti tutti i rilievi richiesti da un vero piano economico, ma ci si è limitati ad una attenta verifica delle condizioni del soprassuolo onde poter fondatamente prevedere le utilizzazioni possibili e convenienti
piano di assestamento o p. economico
Insieme dei rilevamenti, elaborazioni e prescrizioni (di taglio e di coltivazione) atte a far sì che un comprensorio forestale possa fornire una ripresa annua pressocchè costante, avviando in pari tempo il bosco verso la normalità.
piantagioni industriali da legno
v. colture industriali da legno.
piante d'ombra
v. ombrofite.
piante ittiotossiche
Piante che in qualche loro parte contengono principi tali che con immersione nelle acque dolci servono a stordire o addirittura uccidere i pesci, favorendone così la cattura. Le p. i. appartengono a svariate famiglie: tra le più note sono varie Leguminose tropicali contenenti rotenone (Derris elliptica Roxb. = Millettia piscatoria Merrill. dell'India, Indonesia, Filippine, Cina merid., Derris trifoliata Lour. dell'India, Indonesia, Australia Sett., Madagascar ecc., varie Millettia africane, Lonchocarpus americani, ecc.). In Italia abbiamo alcune p. i. tra le quali la saponaria e la Daphne Gnidilum L., o pepe montano, la quale si mostra efficace anche nell'acqua marina delle insenature costiere.
piante officinali
Piante che perle sostanze contenute possono servire ad utilizzazioni medicinali, aromatiche e da profumo.
piantonaio
Parte del vivaio nella quale si trapiantano e si coltivano i semenzali delle piante forestali dopo estratti dal semenzaio.Il terreno che meglio si presta è quello sciolto sabbioso di alluvione, possibilmente irriguo preparato con una sarchiata abbondantemente concimata con stallatico.Il terreno si ara profondamentee vi si incorporano 30-40 q di letame e 60-80 kg di scorie Thomas per 1000 m2. I trapianti si dispongono a file diritte equidistanti usando apposite funicelle su cui sono segnate le distanze, o tavolette apposite o altri dispositivi. Il numero di piantine varia a seconda del tempo che esse rimarranno in p. Nel caso che esse vi rimangano 2-3 anni dopo l'innesto, le file siterranno a 70-80 cm e le piantine a circa 50 cm sulla fila. Nei vivai di pioppo, almeno in Italia, il piantonaio corrisponde alla parte ove sono trapiantate le barbatelle staccate provenienti dal barbatellaio di un anno: con due anni (assai meno bene uno) di vegetazione se ne otterranno le pioppelle da mettere a dimora. La distanza tra le barbatelle dovrà essere almeno di m 0,40 x 1,80.
piantone
v. talea.
piastra
Pezzo di legno piano usato per distribuire uniformemente la pressione sui piallacci durante il montaggio; può essere semplice o doppio, cioè costituito da due pezzi contrapposti, poggiati alle due facce da impiallacciare.
piastra antipolvere
Una tavola, in genere di compensato o di legno precompresso, inserita tra i cassetti per proteggerne il contenuto dalla polvere.
piazza di smercio
Locuzione adoperata nelle discipline forestali per indicare la località o mercato ove un determinato prodotto boschivo viene venduto dall'imprenditore del tagllo al consumatore diretto (per es. mercato di una città per la legna da ardere ed il carbone vegetale) oppure all'industriale che ne effettuerà l'ulteriore lavorazione (per es. segheria per il tondame da sega, stabilimento oppure anche stazione ferroviaria per il tondello da cellulosa e da carta).
piccamara
v. zappascure.
picchetto
Piccolo paletto di legno o più raramente di metallo per individuare un dato punto sul terreno.
piede
La parte sporgente del pezzo femmina che si inserisce tra le code nelle unioni a coda di rondine.
piede o foot (plurale feet)
Misura inglese per le lunghezze corrispondente a 0,3048 m: è divisa in 12 pollici o inches (1 inch = 2,54 centimetri) mentre 3 piedi formano 1 yard = 0,9144 m (1 m = 1,094 yards = 3,0281 feet.). Antica misura di lunghezza usata in varie regioni italiane con valore variabile da 0,36 a 0,52.
piede quadro o square foot
Misura inglese per le superfici corrispondente a 0,3048 m x 0,3048 metri = 0,0929 m2 (1 m2 = 10,76 square feet). Il p.q. delle varie regioni italiane varia naturalmente in funzione dei diversi valori del piede lineare.
piedilista
Elenco di dati numerici con relativo totale. Adoperato essenzialmente nelle diciture: rimborso spese a p., p. di martellata e p. di misurazione.
piedilista di martellata
Elenco di tutti gli alberi che in un determinato bosco o particella boschiva sono stati destinati al taglio: in detto elenco devono essere registrati il numero progressivo di identificazione di ogni albero, la specie legnosa, il diametro a petto d'uomo (cioè a m 1,30 da terra), l'altezza ed infine il volume complessivo di tutti gli alberi desunto sia dalla somma dei volumi dei singoli fusti, sia con metodi diversi, quali ad es. quelli basati sulla misurazione di alberi modello e con l'uso di tavole locali o generali di cubatura. Complemento necessario del p. di m. è l'indicazione del funzionario o del tecnico che ha diretto la martellata del contrassegno del martello adoperato e del nome dei partecipanti all'operazione (guardie forestali rappresentanti del proprietario).
piedilista di misurazione
Elenco di tutti gli alberi, o fusti o parte di fusto dei quali si vuole conoscere il volume della massa legnosa: devono essere registrati il numero di identificazione di ogni albero o fusto o pezzo, la specie legnosa, e le misure necessarie per la determinazione del volume (diametro a petto d'uomo e altezza per gli alberi in piedi, diametro a metà e lunghezza per i fusti o i pezzi di alberi già abbattuti). Il p. di m. è in contradditorio quando alle misurazioni hanno partecipato con funzione di controllo reciproco entrambe le parti interessate (compratore e venditore): in tal caso il p. di m. deve essere sottoscritto da tutti e due i rappresentanti.
pigment stripe
Indicazione usata dagli Inglesi nel commercio dei legnami per una particolare figura del legno risultante dalla successione di strisce o righe di colore diverso, quale si riscontra in parecchi legnami tropicali (p. es. lo zebrano, v. ebano di Macassar) e tra i legnami europei nel noce e talora nei vecchi castagni. È dovuta a diversa colorazione zonale dei tessuti legnosi per diffusione varia od irregolare di sostanze coloranti, per lo più tannini.
pigna o pina
Frutto legnoso del pino meno propriamente è talora adoperato come sinonimo di cono.
pilotti (pilotis)
Dal francese. Tronchi greggi lunghi da 5 a 20 m, con diametro variabile da 20 a 40 cm usati per palificata da fondazione.
pina
v. pigna.
pinza stradaseghe
Pinza speciale che permette di allicciare i denti di una qualsiasi sega in misura regolabile dall'operatore.
piombo
Un pezzo o una struttura si dicono a piombo quando i loro fianchi sono perfettamente verticali.
pioppella
Pianta di pioppo ottenuta in vivaio e destinata alla piantagione. Le p. si possono avere direttamente da seme o da talee, dopo uno o meglio due anni di vegetazione, da barbatelle (talee che hanno già fornito fusto di un anno, successivamente asportato) dopo uno o due anni di vegetazione: in quest'ultimo caso l'età del fusto della pioppella è inferiore di un anno all'età della radice.
pioppicoltura
Arte della coltivazione dei pioppi. Si tratta di una coltivazione legnosa specializzata per la produzione di legname, le cui origini come coltura industriale non sono remote, per quanto i pioppi siano tradizionali per le campagne di molte regioni italiane e particolarmente della pianura padana occidentale. Il rapidissimo sviluppo e le notevoli dimensioni raggiunte in Piemonte da alcuni pioppi, cosiddetti canadesi o caroline importati probabilmente dalla Francia, fu il primo stimolo alla coltivazione in filari o gruppi lungo i canali, le strade e i torrenti della pianura. Successivamente avendo le industrie mostrato un notevole interesse per la materia prima ottenuta da tali piantagioni si sentì il bisogno di dare delle basi razionali alla coltura, e fu allora che alcune iniziative già in atto furono concretate e riunite dalle Cartiere Lurgo in un Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura, in Casale Monferrato. In tale Istituto (passato ora all'Ente Nazionale per la Cellulosa e la Carta) la scuola dei Proff. Jacometti e Piccarolo ha realizzato le basi concrete che hanno portato la pioppicoltura italiana a una posizione mondiale di avanguardia. In modo particolare è stata fatta una felice selezione di cloni a rapido accrescimento e di elevata resistenza alle malattie e ai parassiti, mentre si sono definite le norme di coltura in vivaio e di piantagione, sì da poter ottenere brillantissimi risultati economici.
pitprops
Termine inglese per indicare la paleria da miniera.
piuma (figura o effetto o crotch figure)
Denominazioni del commercio inglese ed americano per indicare quella particolare figura del legno che si ottiene con una sezione fatta in corrispondenza di una biforcazione del tronco e passante per l'asse di ognuna delle due parti: il particolare adattamento dei tessuti legnosi nella zona del raccordo richiama l'aspetto delle barbe di una piuma.
plancia di sughero
Pezzo di sughero a superficie rettangolare; così come viene staccato dal tronco esso e generalmente curvo, ma dopo bollitura e pressatura può ridursi pressochè piano.
plateau
Termine francese per indicare una tavola non refilata.
platorello
Piatto rotondo che può essere montato sul tornio al quale è possibile fissare il pezzo da lavorare.
plinto
Base di un mobile od ornamento, costruito in genere separatamente rispetto al resto della carcassa.
plot
Segagione in plot. Tavolame ottenuto segando un tronco con corse tutte parallele ad una unica direzione, di modo che la tavola centrale è in direzione diametrale, ma tutte le altre sono via via tangenziali a successivi anelli di incremento e perciò soggette al fenomeno di imbarcamento. La segagione in p. può farsi con qualsiasi tipo di sega, ma per le seghe alternative multilame è anzi l'unica possibilità di lavoro.
poliporacee
Famiglia di Basidiomiceti Imenomicetali comprendente funghi con corpo fruttifero ben sviluppato e generalmente di dimensioni notevoli, con cappello a mensola, o irregolare, ad imenio infero. Quest'ultimo si presenta tipicamente poroso, cioè costituito da tanti tubuli tappezzati internamente da basidi. Molte specie vivono parassiticamente sugli alberi forestali o da frutto penetrandovi attraverso ferite e producendo processi dlstruttivi o corrosivi. Altre specie vivono saprofiticamente sulle cortecce degli alberi ed infine numerose sono quelle commestibili, come il comune porcino.
poliporo
Denominazione di alcune specie di funghi delle Poliporacee.
pollice o inch
Misura inglese per le lunghezze del valore di 2,54 cm. 12 pollici formano 1 piede = 1 foot.
pollone
Ramo di sviluppo posteriore a quello della formazione della chioma di una pianta legnosa ed avente un carattere accessorio (come i p. detti più propriamente succhioni alla base delle piante fruttifere o dei pioppi), o addirittura sostitutivo della chioma, come i p. basali di una ceppaia ceduata, oppure di una capitozza. I p. sostitutivi hanno grande importanza forestale perché è proprio sull'attitudine che varie specie – essenzialmente latifoglie (castagno, querce, faggio, ontano) – hanno alla loro emissione che è basato il governo a ceduo.
pollone radicale
Pollone originatosi da gemma avventizia delle radici laterali: facilmente esso può affrancarsi per dar luogo a un nuovo fusto indipendente. L'emissione di p. r. è frequente nella robinia e nell'ailanto.
pollonifera (facoltà)
Attitudine di una specie alla produzlone di polloni dopo il taglio del cimale (capitozza), dei rami principali (sgamollo) o dell'intero fusto (ceduo a ceppaia o raso a terra).
pomellato (effetto) o pommelé
Particolare figura del legno che in una sezione plana subtangenziale si presenta con un gioco di riflessi tale da dare l'impressione di zone tondeggianti, in rilievo o in depressione, accostate. Quando i vari elementi del disegno sono di grandezza abbastanza uniforme ed estesi a tutta la superficie il termine commerciale inglese è più propriamente quilt figure: quando invece sono irregolari come grandezza e non presenti ovunque oppure non apparenti come isole ma piuttosto come grossi riccioli il termine inglese è blister figure. Si riscontra l'effetto pomellato nel Sapeli nel Sipo nel Bubinga, nell'Acajou Grand Bassam e nell'acero del Nord America.
ponte
Tavola di 4 m di lunghezza, con spessore da 50 a 60 mm (in qualche località da 30 mm in su) .
populit
Tipo di pannello di lana di legno (pioppo) agglomerata con cementante inorganico. È fabbricato in Lombardia.
pori del legno
Denominazione corrente, ma impropria, per indicare i fori o cavità che nelle superfici trasversali del legno si vedono in corrispondenza delle sezioni dei vasi legnosi o anche delle tracheidi e delle fibre se esse sono a lume ampio e pareti sottili.
porosità del legno
Presenza di pori nel corpo del tessuto legnoso: i legni più porosi (e cioè con maggiori cavità) sono anche quelli più leggeri.
porrina
Pianta di castagno proveniente da seme, ed a legno non ancor duramificato. Ne sono esempi le matricine di ceduo aventi età di 2 o 3 turni.
porta a incasso
Una porta le cui coste rientrano tra i bordi della carcassa quando è chiusa.
porta a toppa
Una porta le cui coste vanno a coprire i bordi della carcassa quando è chiusa.
portainnesto o portanesto o soggetto
Pianta sulla quale si pratica l'innesto, sulla quale cioè si fa saldare il nesto. Essa è generalmente proveniente da seme e dicesi franco quando appartiene alla stessa specie del nesto. I più comuni p.usati per le piante da frutto sono: per gli agrumi: melàngolo, arancio dolce franco, limone franco; per l'albicocco: franco, mandorlo, susino mirabolano; per il castagno: franco, castagno giapponese; per il melo: franco, dolcigno, paradiso per il pero: franco, cotogno, biancospino; per il pesco: franco, mandorlo, albicocco, susino; per il susino: franco, pesco, mandorlo, albicocco.
portamento
Aspetto morfologico esteriore caratteristico di ogni specie vegetale, considerando la pianta nel suo insieme di chioma, fusto e radici. Il p. naturale è quello di una pianta cresciuta allo stato isolato, in condizioni buone e normali di vegetazione e senza che il suo aspetto sia stato modificato dall'azione di fattori ecologici o biotici. I fattori intrinseci che influenzano la forma della chioma, e quindi il p., sono soprattutto la specie, la varietà e l'età; quelli esterni, la luce ed il vento. La descrizione del p. per una specie legnosa arborea comprende: forma, sviluppo e andamento del fusto (forma regolare od irregolare sviluppo modesto, medio o notevole, andamento rettilineo o tortuoso); caratteristiche della chioma (regolare o irregolare, folta o rada, fastigiata o espansa, tondeggiante, ovoidale o tabulare, inserita in basso o in alto); caratteristiche delle radici (non evidenti fuori terra o raccordate al tronco sopra il colletto con ali e contrafforti), ecc. ecc.
posticcia
v. novelleto.
postime
Assieme delle piantine, generalmente provenienti da un vivaio, destinate a essere piantate per rimboschimento.
potatura
Asportazione di alcune parti delle piante, soprattutto dei fruttiferi, allo scopo di dare e mantenere ad esse una forma prestabilita e di regolarne e migliorarne la produzione della frutta distribuendola uniformemente sulla pianta stessa. I tagli continuati abbreviano la longevità del fruttifero e ne diminuiscono la resistenza alle inclemenze naturali ed ai parassiti, ma questi inconvenienti vengono generosamente compensati da una più intensa, anticipata e migliorata fruttificazione. Le finalità principali della p. sono: facilitare lo sviluppo scheletrico e vegetativo in rapporto allo stato di nutrizione, alla varietà, all'ambiente; foggiare regolarmente a chioma in modo che l'aria e la luce giungano uniformemente ai vai organi stimolare la fruttificazione determinando un equilibrio fisiologico fra organi vegetatlvi e riproduttori, ridurre la periodicità del prodotto limitando la quantità dei frutti; prolungare il periodo medio di produttività sostituendone parti sfruttate con altre di nuova formazione, ecc. La p. è detta secca quando si esegue durante il riposo vegetativo, su parti lignificate, e verde quando si effettua nel periodo vegetativo su getti non lignificati Nelle piante forestali la p. è diretta a eliminare i rami che seccano via via progressivamente dal basso verso l'alto, ed ha lo scopo di far sì che il fusto abbia nodi quanto più possibile piccoli e non passanti (v. nodo): tuttavia essa è praticata raramente. Nelle piantagioni indutriali da legno, e particolarmente per i pioppeti la potatura è però necessaria soprattutto se si vuole ottenere del materiale di pregio per le industrie del compensato e dei fiammiferi.
potere calorifico del legno e del carbon
Quantità di calore sviluppata dalla combustione completa a pressione atmosferica di 1 kg di combustibile. Si parla di p. c. superiore se nel prodotto della combustione l'acqua è considerata allo stato liquido a 15 °C, p. c. inferiore; e l'acqua è considerata allo stato di vapore a 100 °C. È chiaro che il p. c. della legna e del carbone dipende dall'umidità contenuta nel materiale. Per il potere calorifico del legno del carbone vedasi alla voce combustibile.
preparato microscopico
Sottilissima sezione di un tessuto animale o vegetale, o di una roccia, montato su di un vetrino portaoggetti e coperto di un vetrino coprioggetti per l'osservazione al microscopio in luce trasmessa.
presa
Termine usato talvolta nelle scienze forestali per indicare una porzione o particella di bosco nella quale si deve eseguire una utilizzazione.
preservazione del legno
Trattamento al quale si sottopone il legno per garantirne l'immunità, o almeno una maggior durata in opera, nei riguardi degli attacchi dei funghie degli insetti. Si effettua con gli antisettici da legno (v. antisettici) applicati con vari procedimenti tra i quali son da ricordare quelli trattati alle voci seguenti: bethell boucherie, cobra, giussani, osmosi, ruping oppure, nel caso in cui non necessiti di far penetrare l'antisettico in profondità, per semplice immersione del legno nella soluzione o spalmatura o spruzzatura della stessa alla superfice dei pezzi.
prezzo di macchiatico
v. macchiatico.
priblizno
v. circa.
prima (tavolame di) o primascelta
Tavolame con requisiti di eccellenza, e cioè immune da tare e difetti: i requisiti specifici variano a seconda della piazza di mercato esono descritti nelle “Norme e consuetudini per il commercio dei legnami” emanate dalle rispettive Camere di Commercio.
prismatura dei tronchi
Operazione di segagione mediante la quale si tolgono da un tronco (che successivamente dovrà essere segato in tavole), due o tre sciaveri, procedendo così a una squadratura parziale.
prismi per rilievi tassatori
v. relascopio.
processionaria
Denominazione comune ad insetti della classe Taumetopeidi, dovuta al modo partico]are con cui le larve si muovono alla ricerca di cibo: processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa Schiff.). Si distingue dalla specie seguente soprattutto per avere una macchia grigioscura sul margine posteriore, e vicino all'angolo anale, delle ali posteriori bianche. L'insetto adulto compare in giugno-luglio e la femmina depone le uova sugli aghi, ricoprendole di peli e formando un ammasso cilindrico caratteristico. Dopo un mese le larve schiudono e rodono le foglie costruendosi un nido nel quale si riparano di giorno. In settembre il nido viene ingrandito e reso più resistente ed all'inizio dei primi freddi le larve vi si ritirano a svernare. Il nido è rigonfio in alto e stretto in basso. Le larve fuoriescono a marzo e quando si spostano sul tronco o in terra procedono in fila indiana. Ai primi di giugno scendono lungo il tronco e nel terreno si trasformano in crisalide. I danni sono notevoli sia in estate autunno che in primavera: nelle grandi invasioni tutte le piante di un bosco possono essere defogliate. I pini più attaccati sono il silvestre, il laricio, il marittimo e quello d'Aleppo. Un sistema indiretto di difesa si fa con la lotta biologica, cioè proteggendo i numerosi insetti predatori; procedendo altresì alla distruzione dei nidi. processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea L.).L'adulto, che vola al crepuscolo, compare all'inizio di agosto e la femmina depone circa 200 uova, a piazzette o a mucchietti, unite insieme da un cemento bruno misto a peli, sulla corteccia liscia e sui rami giovani di querce adulte o sui tronchi di quelle giovani, dalla parte soleggiata. Le uova passano così l'inverno; a primavera schiudono le larve le quali si fabbricano in luogo riparato ed esposto al sole un nido che può raggiungere la lunghezza di 1 m. Da esso fuoriescono al crepuscolo e vanno sui rami a rodere le foglie procedendo le prime in fila indiana, poi a due, tre, quattro, fino a dieci o più infine la processione si restringe e finisce come ha cominciato, assumendo così la forma di un rombo. Sul finire della notte le larve rientrano nel nido allo stesso modo. Le larve mature si tessono un bozzolo nel nido stesso e vi si incrisalidano. Nelle annate di grande sviluppo si ha la distruzione completa, o quasi, di tutte le foglie di un bosco. La lotta si fa come per la specie precedente.
prodotti accessori
Prodotti secondari che si possono ottenere da una data coltura e che non hanno l'importanza dei prodotti principali.
profondità
La misura dal fronte al retro di un oggetto, o anche la misura dalla superficie al fondo di un foro.
provvigione legnosa
Massa degli alberi costituenti un bosco o comunque un soprassuolo arboreo, che può anche essere una semplice alberata. Per avere una nozione dello stato del bosco conviene esprimerla in m3/ha. Essa ha grande importanza perché quando è nota l'età del soprassuolo essa fornisce un criterio di valutazione dello stato del bosco e della sua produttività.
PTFE
Politerafluoroetilene, una plastica usata come rivestimento per le lame di seghe e di altri attrezzi.
pulimento (portare a)
Termine della tecnologia del legno per indicare l'operazione di levigatura che segue la prima piallatura e precede la lucidatura. Essa consiste nell'eliminazione, dalla faccia in vista, di tutte le irregolarità di superfice e di colore. A seconda della tessitura presentata dal legno, per l'esecuzione del p. si può ricorrere a una pialla di precisione o all'impiego della carta vetrata.
punta
Ferro per praticare fori nel legno costituito da un cilindro d'acciaio nel quale sono ricavate una o due scanalature con bordo tagliente sulla faccia terminale convessa. Dette scanalature possono essere assiali od elicoidali, queste ultime agevolano lo sgombero dei trucioli. Oltre ai tipi precedenti, detti p. a mecchia, si hanno le p.inglesi costituite da un'asta ad estremità appiattita ed espansa, portante un perno centrale acuto che serve da asse di rotazione; un coltello laterale per tagliare le fibre del legno e, dall'altra parte, una lama orizzontale che distacca le fibre isolate dal coltello formandoil truciolo.
puntello
Tronco di modesta dimensione (diametro a metà da 10 a 16 cm), lungo da 3 a 5 m, per lo più squadrato grossolanamente con l'ascia. Viene usato soprattutto per armatura di miniera.
PVA
Acetato di polivinile, una sostanza usata come base per molte colle a freddo.
PVC
Cloruro di polivinile, una plastica robusta e lavorabile, usata sia in fogli sia in profilati.